LA STORIA DI KEVIN FERRARI, PROSSIMO ATLETA PARALIMPICO
Da quest’anno all’interno della Polisportiva Oltrefersina Mtb c’è una figura particolare, un atleta che sta crescendo in maniera esponenziale al punto che per lui molti preconizzano un futuro paralimpico. Parliamo di Kevin Ferrari, 32 anni, lombardo che vive a Trento, laureato in energia ambientale e diventato famoso per le sue imprese in bicicletta, lunghissimi raid in giro per l’Italia e non solo pedalando su una gamba sola.
La bici l’ha scoperta molto dopo l’incidente in moto da enduro che gli è costato l’amputazione della gamba. Kevin non è mai stato tipo da piangersi addosso, ma anzi ogni traversia è vista come un’opportunità per superare i propri limiti. Lo ha fatto anche salendo su una bici: «Dicevano che non potevo, ma io volevo provarci, capirlo da solo. Sono salito e in pochissimo tempo riuscivo già a pedalare senza problemi. Ora mi sono messo in testa di tornare anche su una moto da cross, anche in questo caso dicono che non potrei ma già l’ho fatto e forse me la compro…».
Ferrari ha deciso che la bici doveva essere lo strumento per farlo tornare nella natura, quella natura che lo ha sempre affascinato. Ha così iniziato a viaggiare: «Ho affrontato il Tour des Combin, dalla Svizzera alla Val d’Aosta, 4.000 metri di dislivello, passando attraverso paesaggi magnifici. In quel caso devo dire che la mia compagna Silvia è stata eccezionale: nei tratti dove non si poteva pedalare portava avanti le due Mtb e io salivo con le stampelle. Ma ho percorso anche la Via Francigena da Siena fino a Roma e il Tuscany Trail che è stato una vera avventura. E non è certo finita qui…».
Le sue imprese gli hanno attirato addosso anche l’attenzione della nazionale paralimpica: «Ho già fatto qualche incontro. Per Parigi non c’è tempo, ma magari per Los Angeles 2028 potrei anche provarci. Dipenderà molto da quale classificazione della mia disabilità verrà data a livello medico, da quello dipenderà l’inserimento nella categoria di riferimento e poi la caccia alla qualificazione».
Ferrari ha iniziato con la bici da strada, passando poi per il gravel e infine la Mtb: «Ormai mi sono completamente innamorato dell’offroad, la bici da strada la prenderei solo per ragioni agonistiche, ma non mi appassiona come il fuoristrada. Mi dà tranquillità, quando sono all’aria aperta dimentico tutto, è come se mi rimettesse in riga e riordinasse i miei pensieri. Ogni pedalata è una sfida vinta contro il destino».